“Chiedi informazione su una via a un romano e guardalo bene negli occhi. La spiegazione ti arriverà in forma di favola, storia o perfino dipinto. Ti dirà: sarà una camminata bellissima. Deve essere così perché a Roma i bambini crescono tra affreschi e panni stesi. Poi, una volta adulti, fanno fatica a distinguere le moltitudini di turisti dalle invasioni barbariche”. È la didascalia dell’opera “Battaglia di periferia”, una delle fotografie dedicate a Roma della mostra “Fuga” di Marcio Scavone, inaugurata ieri alla Galleria Candido Portinaro dell’Ambasciata del Brasile a Palazzo Pamphilj dove resterà fino al 13 settembre 2023. “Ho camminato molto per quella città e per i suoi sette colli, tenendo con amore la mano mutila del tempo. Nei seni ora di carne, ora di pietra, ho riposato il mio corpo – si legge nella didascalia dell’opera “La Via Lattea” del fotografo brasiliano. Non solo Roma, ma anche Londra, Parigi, Tokio, New York, Città del Messico, Rio de Janeiro, São Paulo sono riviste da Scavone in una poetica fusione in bianco e nero di corpi e cose, trasparenze e livelli, improvvise folgorazioni e meditate vertigini. Questo lo sguardo che abbiamo colto attraverso la nostra lente fotografica di “Fuga” di Marcio Scavone, una mostra assolutamente da non perdere: